Superbonus e SOA: incertezze nell'applicazione delle nuove norme in vigore
- Published in Unione Costruzioni
Dallo scorso 1° gennaio 2023 le imprese coinvolte in lavori edili per importi superiori a 516 mila euro che usufruiscono di incentivi fiscali (superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, ecc.) devono essere in possesso della certificazione SOA, pena la decadenza del bonus fiscale. Questa la sostanza della novità introdotta con il Decreto Legge 21/2022, che prevede un'applicazione graduale del nuovo regime: fino al 30 giugno 2023 sarà suffciente dimostrare di aver avviato la pratica per l'ottenimento della certificazione SOA con un organismo di attestazione, mentre dal 1 luglio 2023 sarà richiesta la certificazione vera e propria.
Sono sorti però molti dubbi rispetto alla corretta interpretazione del testo della norma, che - tra le altre cose - non chiarisce per niente come vada intesa la soglia di 516 mila euro, ovvero se tale limite vada considerato per la totalità del progetto o per le singole lavorazioni e come vada applicata in presenza di un general contractor o di un impresa principale.
CNA, insieme alle altre associazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese, ha più volte sollecitato chiarimenti da parte dei Governi che si sono succeduti e ha da subito contrastato la ratio di questa novità che tende ad escludere in maniera sommaria e di dubbia legittimità una grande fetta di imprese da un importante settore del mercato edilizio, sostenendo che si tratta di una soluzione sbagliata al problema delle "imprese fantasma", che andrebbe contrastato piuttosto attraverso un serio sistema di verifica dei requisiti di accesso al mercato.
Ad oggi però nessun chiarimento è arrivato dagli organi competenti, lasciando imprese e cittadini nella completa incertezza.
CNA, ad ogni livello, sta lavorando per superare queste incertezze e auspicabilmente per garantire a tutte le imprese la possiblità di lavorare all'interno del sistema dei bonus edilizi.